Molti genitori separati hanno timore di parlare con i propri figli rispetto alla situazione separativa:
– ho paura di essere impositivo
– e se non vuole parlarne?
– devo forzare la mano?
– ho paura di farlo soffrire
Tutti dubbi legittimi, ma probabilmente eccessivi.
Il nodo di alcuni rapporti affettivi tra figlio e genitore separato è proprio il fattore “paura”.
Successivamente alla separazione, specialmente se conflittuale, alcuni genitori iniziano a provare sentimenti di paura nei confronti dei figli, subendo un inesorabile quanto implicito ricatto affettivo: se gli parlo della separazione, lo faccio soffrire. E se lo faccio soffrire, non vorrà più vedermi.
Niente di più fuorviante.
I genitori separati devono (non “dovrebbero”) parlare con i propri figli della situazione separativa. Ogni figlio avverte la necessità, seppur non esplicitata, di confrontarsi con il genitore e ricevere da lui le informazioni e anche rassicurazioni sulle vicende familiari e giudiziarie.
Corrisponde ad una trappola mentale il luogo comune secondo cui non bisogna dire tutta la verità ai propri figli per non farli soffrire. Anzi, è vero il contrario. Anche perché il figlio molto probabilmente ricevere le informazioni (spesso distorte) dall’altro genitore per cui il risultato è autoescludersi.
Anche nei casi in cui il figlio oppone resistenza ovvero “non ne vuole parlare”, è necessario trovare un canale comunicativo assertivo al fine di “agganciare” il proprio figlio per poter entrare in relazione con lui.